Storia del Comune

Col nome attuale che significa “Segno della vittoria”, essa è già nota nel IV secolo. Questo fu uno dei periodi più drammatici per Nicotera a causa delle numerose incursioni saracene che spinsero gli abitanti a ritirarsi sull’alto nel sito ove oggi sorge la cittadina.
Nel 1065 Roberto il Guiscardo la potenziò e la fortificò così la cittadina poté risorgere attorno al castello che egli fece costruire. Roberto il Guiscardo era infatti alla ricerca di un approdo marittimo per i collegamenti con la Sicilia dove si stava combattendo per allontanare gli arabi dall’isola. La nuova città, ricostruita seguendo schemi tipicamente normanni, risplende ora di nuovo fascino: il Castello e la Cattedrale rappresentano il cuore della città e da qui si ripartiscono le strade che portano ai diversi quartieri. Fu nuovamente distrutta e quindi ricostruita da Roberto D'Altavilla.
Fu distrutta ancora una volta e poi ricostruita nel 1074 da Re Tamin d’Africa e nel 1085 dalle truppe di Benevert. Seguì un’ennesima ricostruzione da parte del Conte Ruggero di Lauria, che ne potenziò il porto. È ancora attaccata e distrutta dagli Almoravidi guidati da Ibn-MaiMun. Il figlio di Ruggero, Ruggero II la ricostruì nel 1122. Dopo le numerose distruzioni e ricostruzioni Nicotera viene conquistata da Federico II. Grazie a quest’ultimo la città raggiunge il suo massimo splendore. Fu inoltre istituito un importante cantiere per la costruzione della flotta imperiale. Per potenziare il sistema economico Federico II fece giungere a Nicotera gli Ebrei, abili economisti, per incrementare l’attività economica e finanziaria della città. Inoltre fece costruire un apposito quartiere dove far alloggiare gli Ebrei detto “Giudecca”. La città fu poi resa agli Angioini, ma ancora una volta i cittadini furono costretti ad abbandonare le loro abitazioni quando nel 1638 fu saccheggiata dai Turcheschi. Durante il quattordicesimo e il XV secolo sottostette al dominio dei Ruffo e dei Marzano. Nel 1496 passò alla famiglia di Gennaro che nel 1555 vi ebbe incardinato il titolo di Conte. Per successione nel 1585 ritornò in casa Ruffo fino alla distruzione della feudalità riconducibile al 1806.La cittadina fu nuovamente danneggiata dal terremoto del 1783. L’ordinamento amministrativo che i francesi disposero il 19 gennaio 1807 faceva di Nicotera una Sede di Governo. Il 4 maggio 1811 fu emanato un decreto che poneva Nicotera a capo di uno dei primi circondari comprendenti i villaggi di Caroniti, Preitoni, Comerconi, Badia, Joppolo, Coccorino, Mottafilocastro, Limbadi, Mandaradoni, Caroni, S.Nicola, Spilinga, Panaja, Carciadi e Rosarno. Un nuovo ordinamento dato dai Borboni il 1 maggio 1816 confermava Nicotera nella condizione precedente ma, attribuiva Spilinga e le sue frazioni al circondario di Tropea. Il centro di Nicotera era diviso in vari quartieri e comprendeva: Santa Chiara, Baglio e Porta Grande dove vivevano i borghesi, i cittadini più in vista occupavano invece la zona pianeggiante, mentre il quartiere S.Nicola ospitava i commercianti. Nella storia nicoterese spiccano nomi di storici, poeti ed intellettuali, che hanno fatto la storia della cittadina rendendola famosa in tutto il meridione. Il castello, costruito nel 1763 da E. Sintes per il Conte di Sinopoli Falcone Ruffo, sul luogo dell’antico edificio svevo-angioino, è costruzione esteriormente integra con tre torri quadrilatere angolari, porte e finestre in granito. Completamente ricostruita dal Sintes nel 1785 è la cattedrale di origine medievale oggi ulteriormente restaurata e dedicata a Santa Maria Assunta. All’interno sono conservati frammenti tombali del XV secolo, un altare con marmi policromi, una statua attribuita ad Antonello Gagini raffigurante la Madonna delle Grazie; un Crocefisso ligneo di scuola napoletana del cinquecento attribuito ad Angelo Landaro; una cattedra episcopale ad intagli; preziosi arredi sacri tra i quali un balocco cinquecentesco e paramenti settecenteschi. A pochi metri dalla chiesa vi è una torre campanaria quadrata. Nel vecchio centro della cittadina sono frequenti balconi a pancia e tulipani in ferro battuto, con mensole di granito, opere del Settecento. Oggi Nicotera, che si regge prevalentemente sul turismo, sulla pesca e su piccole attività commerciali, vive un momento di forte crisi politico-istituzionale e di identità socio-culturare a cui si aggiunge una costante emigrazione che sta spopolando la cittadina.

Punti di interesse
  • Il castello dei Ruffo, del 1763
  • Di notevole interesse la pinacoteca vescovile
  • Museo diocesano di Arte sacra che espone argenterie, monili, arredi e dipinti del '700 calabrese
  • Biblioteca Pubblica Comunale (tel. 0963 886271)

Città della Dieta Mediterranea di Riferimento

Negli anni dal 1957 al 1969 un fisiologo americano, Ancel Keys, (inventore della razione “K”, il rancio dei soldati sui campi di battaglia) ebbe dal governo Americano, l’incarico di svolgere uno studio riguardante la mortalità data dalle così dette “malattie del benessere”, cioè infarti, diabete e obesità molto diffuse nelle zone del globo più sviluppate.
La ricerca ebbe il nome di studio dei sette Paesi, perché il Dott. Keys con la sua equipe confrontò i risultati di analisi effettuate su abitanti di sette paesi in tre continenti diversi (Stati Uniti, Italia, Finlandia, Grecia, Iugoslavia, Paesi Bassi e Giappone) riguardanti il rapporto tra abitudini alimentari e patologie cardiovascolari.
Nicotera accolse la sede della base operativa dello “studio pilota” della dieta mediterranea, studio medico scientifico diretto dal professor Ancel Keys dell’Università del Minnesota e seguito da una equipe internazionale composta dal Cardiologo americano Prof. White, dal Cardiologo Giapponese Kimura, dal Prof. Fidanza, dal Nicoterese Del Vecchio, dal Prof. Crotone, da Kagal, da Mancini, da Buzina (Zagabria), da Dalderup (Amsterdam), da Pulsar(Helsinki), da Karvonen (Helsinki), Carlotti (Parigi), Puddu (Roma).
Ne risultò che tra gli abitanti dei paesi rurali del sud Italia, in modo particolare, i cittadini di Nicotera in Calabria, vi era il tasso più basso di malattie cardiovascolari, dovuto appunto al modo di nutrirsi con i prodotti tipici della terra in cui vivevano.
Da qui il nome di dieta mediterranea, che abbonda in alimenti di origine vegetale mentre è povera di carne, zucchero, burro e grassi di origine animale. Un’alimentazione basata sulla dieta mediterranea è sana, equilibrata ed è ritenuta in tutto il mondo la dieta più completa e corretta, il miglior esempio di sana alimentazione, tanto da essere stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio immateriale dell’Umanità.      
Lo studio fu eseguito su un campione di 35 famiglie Nicoteresi, riguardo le loro condizioni di salute riferite alla cardiopatia, all’ipertensione, ai livelli di colesterolemia, di glicemia e sull’obesità. A questo studio presero parte anche le assistenti sanitarie visitatrici del Ministero Italiano  della Sanità, coordinate dalla Professoressa A. Alberti che rilevarono le quantità ed i piatti ricorrenti delle 35 famiglie campione. 
Questo studio dimostrò scientificamente la correlazione tra le abitudini alimentari e lo stato di salute e, nel caso di Nicotera, emerse che i suoi abitanti godevano di un buono stato di salute influenzato dalle abitudini alimentari e dalla disponibilità di prodotti locali e dallo stile di vita condotto. 
In virtù dei risultati ottenuti, lo studio pilota di Nicotera indirizzò i successivi studi e divenne termine di paragone per il “Seven Countries Study”( lo studio dei sette paesi).
La Dieta Mediterranea è stata definita “Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento” per gli elevati valori di I.A:M. (Indice di Adeguatezza Mediterraneo) registrato.
Il modello alimentare tradizionale nicoterese costituisce un’efficace protezione naturale nei confronti di alcune patologie determinando un dimezzamento del tasso di mortalità ed una prevalenza molto bassa di cardiopatia coronaria, di ipertensione e di obesità.
 










torna all'inizio del contenuto